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Sarah Donofrio ha vissuto e lavorato in due paesi sperimentando design, produzione, formazione, ecommerce, commercio all'ingrosso, conto vendita e retail. È da molti anni nel settore della moda e lo conosce, nel bene e nel male. Nel 2016 ha partecipato alla quindicesima edizione del celebre talent show statunitense per stilisti Project Runway. Da allora ha rinnovato il suo brand di abbigliamento, ha lanciato il negozio Shopify One Imaginary Girl (successivamente Sarahdonofrio.com) e aperto un punto vendita fisico a Portland, nell’Oregon.
Ma andiamo al dunque. Ecco quali sono i 14 passi da compiere per creare un brand di abbigliamento.
Come creare un brand di abbigliamento: 14 step
1. Costruisci le tue competenze
Ormai, nell'era dell'accessibilità, tutto — dalla creazione di una t-shirt alla realizzazione di un abito da sposa — si può imparare guardando video su YouTube.
Teoricamente potresti anche non frequentare una scuola e creare ugualmente un brand di abbigliamento di successo nella moda. Tuttavia la formazione per gli imprenditori, dal vivo o anche online, è importante: ti insegna gli ultimi standard di settore, ti dà accesso a risorse e strumenti, ti permette di stabilire contatti e di ricevere feedback sul tuo lavoro.
Molti istituti offrono corsi di studio per il fashion design e lo sviluppo d’impresa con diversi programmi. Scuole rinomate in tutto il mondo come la Parsons di New York o la Central Saint Martins nel Regno Unito tengono anche corsi online, che puoi seguire ovunque tu sia.
In Italia esistono numerose scuole di moda — l'Accademia Costume & Moda, l’Istituto Marangoni, l’Accademia del Lusso, Polimoda, Koefia e molte altre. Lo IED (Istituto Europeo di Design) offre corsi di fashion design in varie città.
Se la tua motivazione è forte, ma hai poco tempo e non disponi di grandi risorse finanziarie, c’è un numero crescente di corsi brevi online dedicati agli aspiranti designer. Cerca una scuola o una piattaforma online con un programma e un budget adatto alle tue esigenze.
L’esempio di Sarah
Sarah ha completato la sua formazione con una laurea triennale e deve molto del suo successo alle competenze acquisite a scuola, anche se ha maturato sul campo gran parte della sua formazione professionale.
Dopo la scuola ha lavorato nel settore acquisti e sviluppo di prodotto per grandi aziende come Walmart e Jean Machine. “Sapevo che come dipendente di un’azienda sarei arrivata a un punto morto”, spiega Sarah. “Il mio desiderio era lavorare per me stessa. Eppure sentivo che era importante acquisire quell'esperienza professionale”.
La scuola offre un know-how tecnico, ma Sarah sostiene l’utilità di un apprendistato di qualche anno presso aziende e stilisti. “Mi ci è voluto del tempo per sentirmi abbastanza sicura da aprire un negozio che vendesse solo vestiti creati da me”, racconta. “Probabilmente avevo bisogno di tempo per crescere, ricevere consigli e fare esperienza”.
2. Crea il tuo business plan
Come ha constatato anche Sarah, moda e business in parte si sovrappongono, “Rispondi in anticipo a ogni possibile domanda e assicurati di sapere il fatto tuo”.
Per creare un brand di abbigliamento vanno stabiliti alcuni punti, che poi sono gli stessi da considerare prima di aprire una qualsiasi attività. Quanto costa lanciare una linea di abbigliamento? Ti occorreranno finanziamenti? Avrai necessità di consulenze esterne in ambito legale, finanziario o per aspetti legati alla produzione o alla distribuzione?
Una volta trovata la giusta idea imprenditoriale, magari riuscirai a finanziarla con le tue risorse gestendola come un secondo lavoro, il cosiddetto side business.
Se però hai in mente progetti ambiziosi con costi iniziali importanti, potresti scoprire che aprire un’attività senza soldi non è impossibile, cercando investitori o chiedendo un finanziamento.
Un solido business plan e un pitch ben strutturato ti saranno di grande aiuto per creare una linea di abbigliamento tutta tua.
Lo scopo del business plan, infatti, non è soltanto quello di ottenere finanziamenti presentandolo agli investitori. Si tratta di un documento che ti consente di:
- definire una strategia imprenditoriale;
- identificare i potenziali ostacoli prevedendo delle soluzioni per superarli o aggirarli;
- validare l’idea di prodotto;
- definire le risorse di cui hai bisogno.
Ecco sommariamente quali sono le sezioni che il tuo business plan dovrebbe comprendere:
- executive summary;
- informazioni sull’azienda;
- analisi di mercato;
- prodotti e servizi;
- strategia di marketing;
- piano logistico e gestionale;
- piano finanziario.
Come puoi vedere, a prescindere dalla necessità di trovare investitori, questo strumento ti permette di identificare i passaggi principali per avviare il tuo business, rilevando errori e lacune in anticipo ed evitando così che si trasformino in problemi futuri.
Il pitch, invece, viene utilizzato principalmente per le startup ed è un discorso persuasivo, generalmente breve, che ha lo scopo di catturare l’attenzione degli investitori verso un determinato business. Ecco quali sono i punti salienti del pitch:
- la cover, una slide o una copertina che sintetizza l’azienda, i suoi punti di forza e la sua unicità;
- il problema che intendi risolvere con il tuo prodotto o servizio;
- la soluzione al problema;
- il business model, ovvero come pensi di guadagnare da questa attività;
- la market strategy, come intendi acquisire la prima fetta di mercato e come pensi poi di allargarla;
- la validation: che risultati ha ottenuto finora la startup? Serve a dimostrare la credibilità dell’azienda;
- i competitor, con analisi e confronti;
- le proiezioni finanziarie, ovvero quanto pensi di guadagnare;
- il team, cioè la presentazione della squadra;
- la richiesta finale, in pratica quali capitali hai bisogno per la tua startup;
- i contatti, ovvero dove gli investitori possono raggiungerti.
3. Segui i fashion trend
L’esempio di Sarah
Sviluppando il suo brand come seconda attività, Sarah ha imparato che bisogna restare aggiornati ma anche focalizzati.
“Ho sempre avuto una buona intuizione per i trend”, afferma. “Ma tutto si gioca sull’interpretazione”. Durante il suo periodo a Walmart, ha lavorato sulle collezioni dedicate alle taglie comode. Le tendenze andavano interpretate in base alle esigenze speciali della clientela extra large.
Sarah si è ispirata alle tendenze pur mantenendo uno stile coerente — i suoi capi sono inconfondibili. Il segreto è adattare le tendenze al brand e personalizzarle in base a ciò che piace ai tuoi clienti.
Insomma, nelle sue creazioni Sarah resta fedele ai suoi punti di forza, ma è attenta a ciò che accade nella moda — e nel mondo circostante. “Prendete l’athleisure”, spiega. “Io non produco leggings o reggiseni sportivi, ma un bel top corto starebbe benissimo con dei leggings. È così che potrei sfruttare questa tendenza”.
Qualche altro esempio? Una volta scelta una nicchia di mercato puoi raggiungere l’unicità anche colmando le lacune presenti nel settore, come hanno fatto questi merchant di Shopify:
- Leanne Mai-ly Hilgart ha lanciato Vaute, un marchio di cappotti invernali vegan, dopo aver riscontrato con delusione che mancavano opzioni cruelty-free sul mercato.
- Catalina Girald ha creato il marchio di lingerie Naja facendo leva sul concetto di forza femminile e inclusività.
- Camille Newman ha puntato sulle taglie forti con Pop-Up Plus
- Mel Wells ha lanciato una linea di costumi da bagno d'ispirazione vintage, neutri dal punto di vista del genere.
- Anche Taryn Rodighiero crea costumi da bagno, focalizzandosi sui costumi su misura, realizzati su ordinazione secondo le esigenze specifiche del cliente.
4. Fai branding
Ricorda che l’identità del brand non dipende solo dal logo e dal design della tua collezione. Comprende valori, mission, aspetto del sito web, stile fotografico, storia, sostenibilità aziendale (ad esempio il packaging ecosostenibile) e molto altro.
Sfrutta i social media per creare uno “stile di vita” attorno al brand. Condividi ciò che ti ispira e i tuoi processi di lavoro. Mostra la tua personalità. Fai storytelling, raccontando la storia del brand e seleziona con cura i contenuti di ogni tuo post.
L’esempio di Sarah
“La chiave sui social media è la coerenza”, sottolinea Sarah. “Penso che dovresti pubblicare un post al giorno e che ogni post dovrebbe essere interessante”. Sarah combina insieme contenuti di viaggio, elementi di ispirazione, anticipazioni sulle iniziative in corso e persino alcune interessanti statistiche presenti nella dashboard di Shopify.
5. Lasciati ispirare per creare la tua collezione
L’esempio di Sarah
Sarah ama utilizzare un quaderno per gli schizzi. Lo reputa uno degli strumenti più importanti per un designer. “Porto il mio blocco da disegno ovunque con me”, dice. “Mentre sono in giro spesso mi capita di fare uno schizzo dicendomi: oh, questo sarebbe perfetto per creare un pattern”. Quando ha partecipato a Project Runway, non le era permesso di avere con sé il suo album da disegno per via delle regole del concorso. “Questo mi ha molto penalizzata”.
Anche se ha abbracciato la tecnologia in molti modi, Sarah sottolinea l'importanza degli schizzi. Per lei ogni idea inizia sulla carta e poi viene tradotta in un design tramite Illustrator o un altro strumento. “Uso sempre un mix di nuove tecnologie e quaderni pieni di scarabocchi”, spiega. Un semplice schizzo è il primo passo verso un design raffinato.
6. Produci (o fai produrre) i tuoi capi
Nei primi tempi forse manterrai piccoli volumi produttivi e non avrai bisogno di un aiuto esterno. Tuttavia, man mano che crescerai, un partner di produzione ti sarà utile per avere più tempo da dedicare al design e ad altri aspetti dell'attività.
Esistono alcune eccezioni. Se la tua intenzione è creare un brand di abbigliamento con produzione artigianale, allora continuerai a occuparti della produzione anche con la crescita del brand. Normalmente però la crescita dipende dall'esternalizzazione di almeno una parte del lavoro.
La produzione dei tuoi capi quindi può avvenire in diversi modi:
- Produzione propria/artigianale;
- Produzione affidata a personale dipendente o freelance (prova con Upwork, attingi ai gruppi della fashion community online o assumi stagisti delle scuole di moda);
- Fabbricazione nel tuo impianto di produzione;
- Outsourcing a una fabbrica locale;
- Produzione in uno stabilimento all'estero.
Adrienne Butikofer di OKAYOK ha scelto di gestire direttamente la produzione. In compenso però ha assunto del personale e ha delegato a una fabbrica esterna la produzione dei coloranti per i suoi tessuti. Nel Michigan, Detroit Denim produce abbigliamento all’interno del suo stabilimento, dove è in grado di gestire il processo su larga scala.
Se vuoi utilizzare casa tua per la produzione, assicurati che ci sia abbastanza spazio per i macchinari e i materiali. Procurati delle postazioni ergonomiche e crea un ambiente dove sia stimolante passare il tempo, insomma un perfetto home office.
In alternativa, evita la solitudine dell’imprenditore e risparmia sulle attrezzature cercando spazi di lavoro condivisi come Cucito Condiviso di Torino. Verifica se esiste un posto di questo tipo nella tua zona.
7. Costruisci la tua rete per l’approvvigionamento
L’esempio di Sarah
Sarah spiega che per l'approvvigionamento di tessuti servono le conoscenze giuste. Quando viveva a Toronto, conosceva il mercato locale dei tessuti e tramite un intermediario di vendita otteneva tessuti provenienti dal Giappone. Ma anche quella strada ha delle insidie. “È strano, ma in Canada se trovi un agente di vendita scopri che è lo stesso a cui si rivolgono gli altri designer”, racconta. “Tutte le linee di abbigliamento locali utilizzano gli stessi tessuti”.
Quando i tessuti di tutto il mondo sono diventati più facilmente accessibili online, Sarah ha iniziato ad avere difficoltà a reperire fantasie e materiali unici, malgrado i suoi contatti. La soluzione che ha trovato? Iniziare a realizzare lei stessa il design dei tessuti.
“Quando sono uscita dalla scuola di moda nel 2005, per fare acquisti non bastava andare online e visitare Alibaba. Ora molte persone che conosco fanno così”, dice Sarah. “Ecco perché ho iniziato ad affinare le mie capacità di design tessile”.
Nel tempo Sarah ha imparato che costruire relazioni interpersonali, e partecipare a comunità di designer aiuta a superare queste difficoltà.
Costruisci la tua rete di conoscenze cercando incubatori locali e comunità online, o partecipando a meetup ed eventi dedicati alla moda.
8. Determina i prezzi dei tuoi prodotti e gestisci l’inventario
Per creare un brand di abbigliamento di successo la creatività non basta. Dovrai anche pensare a come determinare il prezzo dei tuoi prodotti e gestire l’inventario del tuo magazzino.
Pricing strategy
Innanzitutto, considera i costi (fissi e variabili) per produrre, promuovere, e spedire i tuoi capi. E non dimenticare quelli generali o indiretti, tipo lo stipendio del tuo personale. Inoltre, fai una ricerca per capire quanto i consumatori sono disposti a pagare per prodotti simili ai tuoi. Per far ciò, devi condurre l’analisi della concorrenza.
Gestione dell’inventario
È vero che i vestiti non vanno a male, ma è anche vero che passano di moda velocemente. Analizza i tuoi dati, scopri quali capi vendono di più, e ricalibra la tua produzione.
Se ti occupi delle tue spedizioni, fai in modo che i vestiti nel tuo magazzino siano al riparo dalla luce solare e dall’umidità. Infine, assicurati che siano facili da trovare.
9. Impara a gestire la stagionalità
L'industria della moda opera secondo un ciclo stagionale (autunno/inverno e primavera/estate). Lavorare in base alla stagionalità significa iniziare a creare una collezione anche un anno o più prima del lancio. Invece i designer indipendenti come Sarah, che non hanno un ampio team o grandi risorse, lavorano con tempi più stretti.
Se vuoi creare un brand di abbigliamento di successo dovrai imparare a gestire la stagionalità della moda. Questo vale sia dal punto di vista dei tempi di consegna (dovrai imparare a lavorare in tempi molto stretti e in anticipo sulle consegne), sia da quello delle caratteristiche delle collezioni, non sempre le peculiarità (fantasie, tessuti particolari, accessori ecc.) di una collezione possono essere riutilizzate la stagione successiva.
L’esempio di Sarah
“Da Walmart sviluppavamo le collezioni con due anni di anticipo”, dice Sarah. “Le aziende tendono ad anticipare la fase del design, quindi svolgono molte ricerche sui fashion trend”. Parola d’ordine “anticipare”, quindi. Ma attenzione a non bruciare l’effetto sorpresa.
“Ho mostrato la mia collezione primaverile in ottobre”, ricorda Sarah. “Ma quando mostrate agli altri la vostra collezione l’effetto sorpresa è finito. Evitate di diffondere le immagini online, se non qualche teaser. Al momento del lancio in febbraio la gente dovrà essere entusiasta”. Sarah suggerisce di avere pronta la collezione per la stagione in arrivo con 6-8 mesi di anticipo, ma di non renderla pubblica fino a quando non sarà il momento.
Sarah ha trovato la sua dimensione per evitare che la stagionalità della moda tagli le gambe alla sua collezione: semplicemente tende a realizzare creazioni adatte a tutte le stagioni.
“È sempre un peccato quando disegno una bella fantasia per un tessuto e penso: andrà bene solo per una stagione. In effetti ho a disposizione solo una finestra temporale di sei mesi”, spiega Sarah.
10. Elabora le tue strategie di vendita
Ci sono due modi principali per vendere i tuoi capi:
Conto vendita
Questa è la scelta preferita dalle boutique soprattutto quando il designer è all’inizio. Questo tipo di vendita ti permetterà di guadagnare soltanto quando i capi saranno effettivamente venduti.
Vendita all’ingrosso
In questo caso, il tuo acquirente compra un certo numero di capi in anticipo a un prezzo inferiore a quello di listino.
L’esempio di Sarah
Inizialmente la vendita all'ingrosso ha giocato un ruolo fondamentale nella crescita del brand di Sarah. E di recente, dopo aver sperimentato vari altri canali di vendita, è tornata a una strategia di questo tipo.
“Quando si è agli inizi”, racconta Sarah, “molte boutique non vogliono correre rischi. Accettano esclusivamente la formula del conto vendita. In altri termini pagano solo quando un articolo vende. Al contrario, la vendita all'ingrosso comporta il pagamento anticipato degli articoli”.
“Se inizi con il conto vendita, la cosa può essere vantaggiosa per tutti”, afferma. “È molto più facile per i negozi prendere l'intera collezione, invece di uno o due pezzi. Non hanno niente da perdere”. È un po’ problematico non ricevere i soldi in anticipo; in compenso però potrai ottenere visibilità e farti conoscere se sei disposto ad aspettare per il pagamento.
L’approccio con gli acquirenti può demoralizzare. Sarah ha lavorato anche come venditrice ed è allenata a vedere le cose nell’ottica del compratore. Questo l'ha aiutata nel creare un brand di abbigliamento che potesse avere successo. "Bisogna essere preparati”, raccomanda. “La prima volta che ho proposto le mie creazioni mi sono domandata: cosa mi chiederanno i compratori? Non puoi avere solo bei vestiti. Devi considerare ogni dettaglio”.
Pur essendo una sostenitrice dei rapporti face-to-face, Sarah raccomanda di non essere insistenti. “Adotta un approccio soft”, consiglia. Presentati con un biglietto da visita o un catalogo e cerca di fissare un appuntamento.
11. Crea il tuo sito web e utilizza i canali di vendita online
Un negozio online professionale è utile a più scopi. Serve per vendere, naturalmente, ma funge anche da catalogo. Un catalogo coinvolgente e sempre aggiornato, da condividere con gli acquirenti per ottenere una buona copertura mediatica.
Scegli uno tra i temi Shopify che mettono in primo piano le foto. Ti consigliamo Broadcast o Galleria, che sono espressamente progettati per i fashion brand. Questi temi danno risalto alle foto, quindi assicurati di investire in un servizio fotografico professionale. Hai un budget ridotto? Un semplice kit di illuminazione, una fotocamera reflex digitale (o anche il tuo smartphone) e alcuni trucchi del mestiere possono aiutarti a realizzare scatti fai da te dall'aspetto professionale. Ritrai i dettagli dei tuoi capi: texture dei tessuti, finiture e chiusure.
Nello Shopify App Store troverai numerose app pensate appositamente per i negozi di abbigliamento. Potranno aiutarti a creare esperienze di shopping personalizzate e a risolvere i problemi più comuni, come fornire ai clienti indicazioni su taglie e vestibilità dei capi.
Ecco alcune tra le migliori app per i negozi di abbigliamento:
La moda è un settore ideale per il social selling. Raggiungi il tuo pubblico di riferimento vendendo su canali come Instagram e Facebook Shops.
12. Promuovi il tuo fashion brand
In un mercato così competitivo come quello della moda, è indispensabile definire una solida unique value proposition. Una volta fatto ciò, concentrati sui seguenti metodi per attirare i tuoi potenziali clienti senza spendere una fortuna:
- Investi nel content marketing. Crea video e blog che siano ottimizzati per la SEO così da portare traffico al tuo sito web.
- Accresci la tua mailing list. Offri ai tuoi follower delle offerte esclusive in cambio della loro email.
- Spedisci i tuoi capi ad altre aziende (per es., beauty brand) per fare un servizio fotografico.
- Collabora con i fashion influencer su Instagram o TikTok.
- Lancia un programma fedeltà o sfrutta il referral marketing per fare passaparola.
- Fai co-marketing con altri brand lanciando collezioni, promozioni, ecc.
- Sfrutta al massimo i social media puntando su inserzioni a pagamento.
Man mano che crescerai, puoi ingaggiare un’agenzia di PR o provare ad esporre la tua collezione durante la Fashion Week.
13. Vendi di persona
Ovviamente non esiste soltanto il mondo online. Se vuoi creare una linea di abbigliamento di successo puoi sfruttare anche i canali di vendita più tradizionali come la vendita diretta in negozio o, almeno nella fase iniziale, i mercatini. Inoltre, puoi aprire un pop-up store, detto anche temporary shop, perchè restano aperti pochi giorni o settimane. Il vantaggio è che per aprirli non è necessaria la partita IVA.
L’esempio di Sarah
A Sarah ci sono voluti 11 anni per essere in grado di prendere seriamente in considerazione l'apertura di una sua boutique.
Non è stato un “salto nel vuoto”, ma una mossa che si era preparata a fare. Durante l'evoluzione del suo brand aveva utilizzato eventi di vendita locali come l’Inland di Toronto per conoscere meglio i clienti, testare i prodotti, farsi conoscere e costruire relazioni nel settore.
Dopo il suo trasferimento a Portland, ha deciso di avanzare nel suo esperimento di vendita retail con un negozio pop-up. Ha venduto lì per tre mesi prima di aprire un vero e proprio negozio. “Avevo paura ad aprire un negozio a causa delle spese, specialmente a Toronto”, racconta Sarah. “Non era una scelta fattibile”.
In questo processo ha scoperto che era possibile avere delle mani in più. Ha assunto una studentessa di fashion design come aiutante in negozio. “Quando hai un negozio e un brand di abbigliamento, come nel caso di molti imprenditori, devi imparare a delegare”, afferma. “Io ci ho impiegato molto, ma rispetto a quanto pago chi mi aiuta in negozio, il mio tempo vale molto di più”.
Dopo la nostra prima intervista, Sarah ha chiuso il suo negozio fisico. “Non mi piaceva gestirlo”, confessa. Il negozio la allontanava dalla sua attività preferita: il design. Oggi vende ancora direttamente ai clienti tramite il sito web. Ma ha spostato gran parte della sua attenzione sul commercio all'ingrosso. Sarah ora lavora con Wolf and Badger (New York e Londra) e Fox Holt, una boutique con il focus sulla sostenibilità.
14. Impara dai migliori
Partecipando a Project Runway Sarah ha imparato molto su sé stessa e sull’industria della moda. Rimase impressionata dal ritmo forsennato a cui lavoravano gli altri. “Per me non era sostenibile,” afferma. Sarah ha anche dovuto affrontare l’incubo di ogni artista: gli hater. D’altra parte, fu sorpresa di vedere i tweet di incoraggiamento di molti fan che aveva attirato durante lo show. “Lo show mi ha insegnato che i gusti sono soggettivi,” spiega Sarah. “Ci sarà sempre qualcuno a cui piacerà quello che fai.”
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Come creare un brand di abbigliamento: domande frequenti
Qual è la prima cosa che devo dare per creare la mia linea di abbigliamento?
Qualunque business di successo inizia con una grande idea. Nello specifico, devi definire la tua unique selling proposition. Un altro passo da fare subito è individuare i tuoi potenziali clienti.
Come creare un brand di abbigliamento a norma?
Dipende dalla sede legale del tuo brand. In Italia, l’apertura della partita IVA è solo uno dei primi step dell’iter burocratico.
Quanto costa creare una linea di abbigliamento?
Tieni in conto i costi per le materie prime, i macchinari, la manodopera, le spedizioni, l’affitto e le spese in caso di negozio fisico, ecc. Calcola anche quanto spendi per promuovere i tuoi capi. Se parti da zero, metti da parte qualche migliaio di euro per cominciare. Invece, se opti per un modello print-on-demand, potresti risparmiare un bel po’.
Come chiamo il mio fashion brand?
Trovare il nome adatto al tuo brand di moda non è un’operazione semplice. In generale il nome del brand deve rispecchiare il tuo marchio, differenziarti dagli altri in maniera originale ed essere semplice e breve. Pensa a un nome che possa piacere al tuo pubblico. O magari usa il tuo stesso nome, come ha fatto Sarah Donofrio. Questa opzione ha senso se la tua storia personale e quella del tuo brand seguono la stessa linea. Se non riesci a trovarne uno, usa il generatore di nomi per negozi di abbigliamento di Shopify per ispirazione. È gratis!
Posso apporre il mio marchio su un capo venduto all’ingrosso?
Si, a condizione che rispetti le politiche del rivenditore. In tal caso di parla di private label o white label.